Arrivano le fototrappole (contro sporcaccioni e inquinatori)… ed è polemica! Alcune considerazioni

Arrivano le fototrappole (contro sporcaccioni e inquinatori)… ed è polemica! Alcune considerazioni

17 Febbraio 2022 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Una buona notizia: arrivano finalmente le fototrappole!

Posizionate in alcuni luoghi di periferie e campagne, oggetto di scarichi e abbandoni abusivi di rifiuti, serviranno a scovare e multare gli sporcaccioni e gli inquinatori.

Le fototrappole sono state concesse gratuitamente e in comodato d’uso al Comune di Collepasso (e ad altri Comuni) dall’Ager (Agenzia territoriale della Regione Puglia per il Servizio di Gestione dei Rifiuti), che il 26 febbraio 2021 aveva invitato tutti i Comuni a presentare “richiesta per la fornitura di fototrappole per la sorveglianza di violazioni ambientali in comodato d’uso gratuito entro e non oltre il 31 marzo 2021”.

Già da anni alcuni Comuni avevano provveduto ad acquistare fototrappole con fondi propri del bilancio per combattere l’incivile fenomeno dell’abbandono di rifiuti. Nonostante ripetute denunce e sollecitazioni di questo blog, la precedente Amministrazione non aveva mai provveduto all’acquisto di questo importante strumento di dissuasione (dal costo, peraltro, limitato) per gli sporcaccioni, ma aveva poi aderito all’invito dell’Ager e presentato richiesta di fornitura gratuita di fototrappole, ritirate infine e rese finalmente operative dall’attuale Amministrazione.

Accanto alla “buona notizia” è arrivata, però, anche la fanciullesca “baruffa” del “kindergarden” politico collepassese, innestata da un infelice post facebook dell’11 febbraio della sindaca Laura Manta, che aveva accreditato l’installazione delle fototrappole come “una iniziativa dell’assessore all’ambiente Monica Marra” (… chiedo per un amico: ma “la Turzilla che vien dalla consza”, antica e muta consigliera di opposizione, conosceva sinora l’esistenza delle fototrappole e ne capiva la destinazione?!?).

Ne è derivato un “botta&risposta”, con contorno di immancabili “tifoserie” virtuali, tra la sindaca e la consigliera di opposizione Sabrina Perrone, che ha specificato trattarsi solo “di doverosa continuità amministrativa di un lavoro intrapreso e svolto da altri”, precisando che “le foto-trappole sono state chieste il 16 marzo 2021 e arrivate a fine settembre scorso. Altro che iniziativa di questa Amministrazione!”.

Tendenzioso il post della sindaca (non si è trattato di “una iniziativa dell’assessore all’ambiente Monica Marra”)… tendenziosa la risposta della consigliera (le fototrappole non sono “arrivate a fine settembre scorso”, ma sono state consegnate al Comune solo dopo l’insediamento dell’attuale Amministrazione).

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Uno “scontro” tutto al femminile tra acerbe “Amazzoni”, sulla falsariga delle antiche guerriere rese celebri dalla mitologia greca, che ha tramandato la leggenda di queste “donne guerriere” mutilate della mammella destra allo scopo di tendere meglio l’arco. Secondo il mito, le Amazzoni si privavano di un segno distintivo della propria femminilità solo allo scopo di “fare la guerra”.

Non entro nel merito della pur legittima polemica politica – seppur scadente nel “cci sinti tie” e “cci suntu ieu” o nel grottesco “è meritu meu”/“no, è meritu meu” – e mi soffermo su alcune considerazioni.

Intanto, ho il dovere di ricordare passate posizioni sul tema di ambedue gli schieramenti amministrativi.

Nel suo decennio Menozzi non ha mai provveduto ad installare alcuna fototrappola, nonostante altri Comuni lo facessero da tempo e nonostante la martellante campagna di questo sito sulla loro necessità per frenare e sanzionare fenomeni di degrado. L’ex sindaco se n’era convinto allo scadere del suo mandato, solo quando la Regione ha deciso di donare ai Comuni più “renitenti”, gratuitamente e in comodato, le fototrappole.

Dell’altra parte ricordo ancora alcune disarmanti (e per me scandalose) affermazioni in occasione del convegno organizzato sul problema dei rifiuti il 12 aprile 2019 dal circolo comunale Pd, di cui era segretaria Laura Manta, in cui qualcuno sostenne (forse in velata polemica con le martellanti posizioni in materia espresse da questo sito) che le fototrappole non servivano a niente e che bisognava, invece, puntare sull’educazione civica dei cittadini… come se le due cose fossero alternative e non ambedue necessarie!

Per cui non mi pare che i due schieramenti possano oggi vantare particolari meriti e dovrebbero, invece, prendere atto che sulla materia si sono “evoluti” tardivamente senza cercare di “darsi addosso l’un l’altro”.

Quello che più vorrei, però, sottolineare è una questione più generale di carattere politico-antropologico.

Dopo le recenti elezioni amministrative tutti quanti abbiamo espresso soddisfazione per il fatto che nell’attuale Consiglio è risultata molto forte la presenza del genere femminile, che ha anche il suo massimo esponente nella figura apicale dell’Amministrazione comunale.

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Come ci insegnano sociologi ed antropologi (e storici), la donna è per sua natura (parlo in generale) vocata al dialogo, al confronto, alla pace, essendo la “guerra”, lo scontro e l’uso della forza tipici (parlo sempre in generale e storicamente) del genere maschile. Tutti quanti avevamo, pertanto, auspicato “più femminilità” e “meno mascolinità” nel confronto politico locale, caratterizzato spesso nel passato (recente e remoto) da continui scontri, baruffe, polemiche inconsistenti e persino cattiverie gratuite ed inenarrabili.

Dobbiamo, invece, prendere atto che tutto questo non sta succedendo e che, anzi, al di là delle ragioni o dei torti, le “donne in politica” non sono riuscite sinora a dare l’attesa “sterzata” al confronto politico. Continuano, invece, a mutuare nella loro azione politica modelli tipicamente maschili e “guerrafondai”, rinunciando alla loro “specificità” di donne e alla naturale missione di un “esercizio del potere al femminile”, capace, cioè, di esprimere soprattutto confronto, dialogo, sensibilità, soprassedendo a “guerre”, scontri, polemiche oziose ed assecondando la naturale tendenza a “prendersi cura” della “crescita” della comunità.

Mi auguro e ci auguriamo tutti che segnali concreti giungano in tempi rapidi.

Mi permetto, però, un’ultima considerazione dopo le “tre ore sul nulla” (secondo la felice definizione di un osservatore) dell’ultimo Consiglio comunale, tenuto la sera del 10 febbraio.

A parte il rituale primo punto (“Approvazione verbali seduta precedente”), i tre argomenti all’ordine del giorno di quel Consiglio erano stati proposti dalle minoranze ed hanno provocato un confronto acceso (e piuttosto squallido) durato oltre tre ore senza addivenire ad alcuna deliberazione… ma i due argomenti più “spinosi”, che hanno suscitato lunghi ed inutili scontri e polemiche, non erano di competenza del Consiglio comunale, i cui compiti sono rigorosamente stabiliti dalla legge.

A parte l’interrogazione dell’ultimo punto, non era certo di competenza del Consiglio l’argomento “Covid-19 e tamponi”, per il quale le minoranze avrebbero potuto presentare al più un’altra interrogazione (inammissibile sarebbe stata una mozione, che può essere presentata “esclusivamente per gli argomenti di competenza del consiglio”). Il tema poi è stato amplificato da successive polemiche artificiosamente “pompate” da “illustri docenti” dell’“Alma Università Facebook”, che permette ad ogni “quidam” di conseguire la laurea in “Tuttologia” e, come scriveva Umberto Eco, dà diritto di parola “a legioni di imbecilli” (e, purtroppo, anche a qualche “non imbecille” che si presta al massacrante gioco degli “imbecilli”).

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Né mi sembra di competenza del Consiglio il “Regolamento sulle riprese audio-video delle sedute del Consiglio comunale”, al più di competenza della Giunta (come nel caso del Regolamento per la pagina ufficiale facebook del Comune, su cui le minoranze non hanno avuto niente da ridire).

Quest’ultima questione, tuttavia, poteva essere proposta dai consiglieri nell’ambito di una modifica/integrazione del Regolamento del Consiglio comunale (già modificato con delibera n. 9 del 26.6.2015), che statuisce all’art. 39. c. 2: “Il Consiglio può essere trasmesso in diretta via streaming sul sito istituzionale del Comune. Ogni altra richiesta sarà valutata e disciplinata con apposito atto” (a tal proposito, ricordo che, da consigliere di opposizione, “battagliai” lungamente e duramente in Commissione con i rappresentanti della maggioranza di Menozzi per riconoscere il diritto/dovere allo streaming, pervenendo poi ad una mediazione e alla suddetta formulazione definitiva, cui di fatto quella maggioranza non diede mai seguito, considerato che solo nell’ultimo anno i Consigli sono stati trasmessi in streaming).

… sarà pure frutto di inesperienza dei nuovi amministratori, oltre che di “trappole” da parte di qualche vecchio “volpone”, cui ingenuamente “casca” l’attuale e ancora inesperta maggioranza… ma è possibile che si discuta “tre ore sul nulla” in palese violazione di leggi e regolamenti?!? Meglio ha fatto chi ha taciuto!

La democrazia si basa su regole chiare e precise… e quelle bisogna rispettare… altrimenti si scade, come in parte sta già avvenendo, nel caos amministrativo e si riduce l’aula consiliare in uno squallido “mercato del pesce”… eppure ci sarebbero tanti problemi seri ed importanti su cui confrontarsi civilmente, correttamente e costruttivamente nell’interesse di tutti (non ultimo lo sviluppo e la progettualità per la nostra comunità alla luce degli ingenti finanziamenti comunitari in arrivo)!

Mi auguro che maggioranza e minoranza riportino alla sua dignità il ruolo del Consiglio comunale nel rispetto di ruoli e compiti, di diritti e doveri di ognuno.

Pantaleo Gianfreda


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