Elezioni politiche: vince la Meloni e la destra “conquista” l’Italia. Si afferma Conte. Sconfitto Letta. 3° Polo “al palo”. I risultati di Collepasso

Elezioni politiche: vince la Meloni e la destra “conquista” l’Italia. Si afferma Conte. Sconfitto Letta. 3° Polo “al palo”. I risultati di Collepasso

26 Settembre 2022 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Non è certo una bella giornata per l’Italia quella sorta all’alba dell’odierno lunedì 26 settembre.

Non lo è meteorologicamente… anche il Cielo cosparge “lacrime” di pioggia su tutta l’Italia… non lo è, soprattutto, politicamente.

A 100 anni dalla “marcia su Roma” del 28 ottobre 1922, una postfascista “conquista” Roma e la maggioranza del Parlamento italiano nelle elezioni politiche del 25 settembre 2022.

Non solo prima postfascista, ma anche – fatto positivo – prima donna nella storia d’Italia ad ambire al ruolo di nuovo Presidente del Consiglio, il cui incarico certamente, salvo “terremoti”, il Presidente Mattarella dovrà assegnarle.

È, infatti, Giorgia Meloni la vincitrice delle elezioni, sebbene faccia riflettere il dato dell’affluenza, che crolla di nove punti rispetto al 2018 e scende al 63,95%, nuovo minimo storico.

Di fatto, il primo e grande partito di queste elezioni è l’astensionismo.

Con il 26,0% al suo partito “Fratelli d’Italia”, Meloni ha trascinato il centro destra verso la vittoria e la conquista di una netta maggioranza parlamentare, distanziando di gran lunga gli altri due partiti della coalizione (Lega 8,9% e FI 8,3%). Il centrodestra ha conquistato il 44% dei consensi ed una solida maggioranza parlamentare.

“Lacrime amare”, invece, per la coalizione di centro sinistra, guidata da Enrico Letta.

La coalizione non raggiunge il 27% e vede il principale partito, il Pd, sotto il cui simbolo erano candidati anche esponenti di Leu-Art. 1 (il partito del ministro Speranza, che nel 2018 si presentò con un proprio simbolo), prendere solo il 19% e andare sotto la soglia fatidica del 20%.

Non va meglio per gli altri partiti della coalizione: un’affermazione di “sopravvivenza” per Verdi e Sinistra Italiana (al 3,5%), un incerto risultato sul 3% (la soglia per entrare in Parlamento) da parte di +Europa (il partito della Bonino), che ottiene solo il 2,9%, la “microbizzazione” del partitino di Di Maio, che non arriva neppure all’1%.

Sostanzialmente fallita l’“operazione Terzo Polo” del duo Calenda-Renzi, che non supera, come negli obiettivi, la soglia del 10% e si ferma al 7,7%.

Risorge, invece, il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte, dato per spacciato alla vigilia delle elezioni. Nonostante la chiara avversione dei media e dei grandi giornali, i 5 Stelle prendono il 15,4%, diventano il primo partito della Puglia e del Mezzogiorno e sono “con il fiato sul collo” del Pd.

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Merito indubbio, politico e personale, di Conte, che ha impresso una nuova politica al Movimento, caratterizzandolo in modo più marcatamente progressista e di sinistra con idee e proposte a sostegno delle classi più deboli e disagiate.

A giudizio della maggioranza dei commentatori, Meloni e Conte sono i vincitori di queste elezioni. La prima all’opposizione del governo Draghi, il secondo molto critico verso la fantomatica “Agenda Draghi”, divenuta, in modo incredibile ed autolesionista, il “totem” del Pd in campagna elettorale e, in modo comprensibile e strumentale, del duo Calenda-Renzi.

Il “Governo dei Migliori” è stato sonoramente bocciato dagli elettori e ne esce “con le ossa rotta”.

Chissà se queste brevi considerazioni diventeranno oggetto di reale analisi da parte delle forze politiche di centro sinistra, in primo luogo del Pd, uscite malconce dalle elezioni, e se la c.d. “base” di questi partiti non incomincino finalmente, seriamente e realmente, ad esprimere capacità ed autonomia di giudizio e chiedere reale rinnovamento e una svolta radicale nelle politiche (sinora troppo appiattite sul fantomatico “centro”) e nei confronti di una classe dirigente nazionale e locale che ha portato il centro sinistra nel baratro.

A leggere i dati elettorali con “il senno di poi” (ma già tanti senza il “prosciutto sugli occhi” lo sostenevano prima delle elezioni e della folle scelta di Letta di rompere con i 5 Stelle), si evidenzia un dato macroscopico: il centro destra, pur vittorioso con l’attuale legge elettorale, è di fatto minoranza nel Paese; le forze che si oppongono al centro destra sono, da un punto di vista aritmetico, maggioritarie; se il centro sinistra si fosse presentato compatto ed unito avrebbe certamente vinto, come “se la sarebbe giocata” anche includendo nell’alleanza solo i 5 Stelle.

Questi “spunti” saranno certamente oggetto di analisi nei prossimi mesi. Personalmente, mi auguro che l’intero centro sinistra abbia ancora la forza e lo “spirito” per riprendere un reale collegamento con il proprio elettorato (è chiaro che l’astensione, primo partito di queste elezioni, ha riguardato in grande misura proprio l’elettorato di sinistra) e, soprattutto, punti su idee e proposte chiaramente di sinistra, cioè rivolte verso le fasce più deboli della popolazione, i ceti medi produttivi e le fasce più illuminate della borghesia, sensibili ai temi dei diritti civili e sociali.

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Ora tocca al centro destra – alla Meloni in particolare – governare questa difficile fase economica e sociale del nostro Paese. Nei prossimi giorni e mesi vedremo quali saranno le scelte della coalizione di destra, quali i riferimenti e gli alleati a livello europeo ed internazionale, il governo che sarà proposto.

Nell’interesse del Paese ci auguriamo tutti che siano scelte sagge ed equilibrate, nella speranza che, come è nella “natura delle cose”, l’estrema destra oggi vincitrice diventi una destra europea e moderata perché, volenti o nolenti, non c’è futuro né speranza per l’Italia al di fuori del quadro europeo, nonostante i numerosi errori dell’Europa. I primi segnali non sono molto incoraggianti: le destre populiste che governano o sono all’opposizione in alcuni Paesi europei sono state le prime, l’ungherese Orban in testa, a congratularsi per la vittoria di Meloni, notoriamente sostenitrice (almeno sinora) della peggiore destra europea, come “Vox”, partito di estrema destra spagnolo.

Elettori di Collepasso ai seggi elettorali

A Collepasso il quadro elettorale non cambia e meriterebbe un’analisi a parte, considerato che, nonostante vi sia un’Amministrazione a stragrande maggioranza Pd (9 su 10 rappresentanti in Consiglio e un solo rappresentante M5S), il centro sinistra non regge e lo stesso Pd viene superato in voti, seppur di poco, dai 5 Stelle.

Come succede in quasi tutte le tornate elettorali, l’elettorato collepassese tende sempre ad amplificare a livello locale (in meglio o in peggio) il dato nazionale.

Nel Maggioritario, il centro destra prevale nettamente.

Al Senato ottiene il 51,84% dei voti; seguono il centro sinistra con il 19,62%, il Movimento 5 Stelle con il 16,99%, Calenda-Renzi con il 7,90% ed altri al di sotto dell’1% (cliccare su Maggioritario Senato).

Alla Camera il risultato del centro destra è ancora maggiore, con il 54,15%; seguono il centro sinistra con il 20,26%, il M5S con il 16,94%, Calenda-Renzi con il 5,98 ed altri (cliccare su Maggioritario Camera).

Più interessante l’analisi a livello di singoli partiti.

Sia alla Camera che al Senato Fratelli d’Italia è il primo partito con il 33,12% dei voti alla Camera e il 32,67% al Senato.

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La vera sorpresa riguarda la seconda posizione, conquistata dal Movimento 5 Stelle con il 15,53% alla Camera e il 15,63% al Senato a discapito, seppur per pochi voti, del Partito Democratico, terzo partito, che prende il 15,32% alla Camera e il 15,12% al Senato. Seguono Forza Italia con l’11,16% alla Camera e il 9,89% al Senato, Calenda-Renzi al 5,53% alla Camera e 6,39% al Senato, Lega con il 5,91% alla Camera e il 5,63% al Senato. Ininfluenti i dati degli altri partiti (i risultati definitivi possono essere visualizzati a piè di pagina… ringrazio gli Uffici comunali, in particolare il dipendente Giuseppe Sansò, per i dati prontamente forniti!).

Dicevo che il dato di Collepasso, soprattutto quello del centro sinistra e del M5S, merita un approfondimento ed un’analisi a parte e successiva, proprio in considerazione che il Pd governa il paese, la sindaca Laura Manta è la segretaria locale di questo partito e che la stessa ha voluto esporsi direttamente e in modo massiccio per il successo del centro sinistra e, in particolare, del Pd.

Intanto, brevi e doverosi flash.

Nelle elezioni del 2018 Pd e Leu si erano presentati distinti e con simboli diversi. Oggi, invece, si sono presentati sotto l’unico simbolo Pd come “Democratici e Progressisti”.

Nelle elezioni 2018 il Pd aveva preso a Collepasso (dati Camera) il 14,50% e Leu il 2,55% per un totale del 17,5%. In queste elezioni i due partiti prendono insieme il 15,32%.

C’è un dato, inoltre, che fa riflettere e che avrà indubbi e naturali risvolti politici ed amministrativi nei giorni e mesi successivi.

Oltre la sconfitta politica del suo partito, la segretaria e sindaca Manta ha dovuto subire anche l’“onta” di essere superata per un soffio (15 voti al Senato e 6 alla Camera) dal Movimento 5 Stelle, rappresentato dal suo “braccio destro” (almeno così la definiva pubblicamente un mese e mezzo fa), l’assessora comunale Eliana Vantaggiato.

Insomma, c’è tanta “carne al fuoco” su cui discutere e scrivere nei prossimi giorni.

Intanto, facciamo gli auguri ai nuovi vincitori con la speranza che sappiano operare per il bene dell’Italia.

Pantaleo Gianfreda

Per i risultati elettorali di Collepasso cliccare su

Camera dei Deputati

Senato della Repubblica


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