Storia di un anziano solo e cieco… per fortuna finita bene

Storia di un anziano solo e cieco… per fortuna finita bene

5 Marzo 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Mi è stata raccontata una storia, di cui ho verificato la fondatezza, che ha una qualche similitudine con quella riportata su questo blog circa un mese fa (cliccare su articolo).

Una storia, per fortuna, conclusasi bene, che va raccontata per i molteplici aspetti che rappresenta.

In primo luogo perché emblematica delle tante problematiche sociali presenti nella nostra comunità, ma anche per il senso di umanità, generosità e solidarietà di tante persone, comprese quelle, così spesso ingiustamente vituperate o ritenute “fredde”, appartenenti alle Forze dell’Ordine.

Sotto certi aspetti sembra un racconto tratto dal libro “Cuore” del De Amicis, con qualche “spruzzo” da “Les Misérables” di Victor Hugo, che raccontano di drammi sociali dell’’800 che talora appaiono così attuali anche nella società contemporanea.

Chi si occupa seriamente di problematiche sociali sa che vi sono tante persone in difficoltà che spesso, per un malinteso senso di dignità ed onore (ed anche per orgoglio), preferiscono vivere in uno stato di degrado ed abbandono, anziché chiedere aiuto. Talora con conseguenze drammatiche.

Questa volta fortunatamente non è andata così. Grazie al senso di umanità ed al pronto intervento dei Carabinieri.

Il 22 febbraio scorso un cittadino segnala alla locale Stazione la preoccupante situazione di degrado in cui vive un anziano. Verso il tardo pomeriggio, il Comandante decide di recarsi presso l’abitazione dell’uomo. Bussa ripetutamente, ma nessuno apre. Stava quasi per andare via, quando improvvisamente la porta comincia lentamente ad aprirsi ed appare un uomo che sembrava smarrito, disorientato, con lo sguardo perso. “Chi siete?”, chiede.

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Dopo essersi qualificati, aver tranquillizzato l’uomo ed essere entrati in casa, i militari dell’Arma constatano con una certa angoscia la situazione fisica e lo stato di abbandono in cui egli vive.

L’uomo, 67 anni, vive da solo nella sua casa e non è in grado di provvedere alle minimali esigenze di vita. È, infatti, affetto da una grave forma di cecità che lo costringe a muoversi a tentoni in casa e gli impedisce persino di uscire per fare la spesa. Riesce a sostentarsi grazie al cibo che generosi vicini di casa talora gli portano e che provvedono anche a ritirare la sua pensione. Quella sera l’uomo aveva un panino e una scatoletta di tonno per cena. Nonostante le insistenze del Comandante, rifiuta, però, un possibile pasto caldo offerto dai compassionevoli e generosi militari, che, data l’ora tarda e dopo aver garantito all’uomo il proprio interesse al suo caso, non possono immediatamente allertare i Servizi sociali.

Il giorno dopo il Comandante contatta di buon’ora per telefono sindaca e assistente sociale, le mette al corrente delle disagiate situazioni dell’uomo e sollecita un loro tempestivo e concreto intervento.

La mattina successiva, l’Assistente sociale, accompagnata dai Carabinieri, si reca presso l’abitazione del 67enne, ne constata le precarie condizioni igienico-sanitarie e prende atto che la cecità e le palesi difficoltà di movimento non permettono al soggetto di vivere in solitudine. Prima di decidere tra le varie soluzioni e collocazioni, va alla ricerca dei familiari. Vengono, infine, rintracciate e contattate due sorelle che vivono fuori Regione, completamente ignare dello stato pietoso del fratello. Appena informate, partono subito per Collepasso per accorrere in suo soccorso. Una di queste decide, poi, di fermarsi stabilmente in casa del fratello, stargli vicino e assisterlo. Al contempo, il Comune predispone un servizio per il trasporto dell’anziano presso i presidi sanitari della provincia per i necessari accertamenti e controlli medici.

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Grazie alla sensibilità dei Carabinieri, all’intervento dei Servizi sociali e alla solidale disponibilità delle sorelle, si conclude così felicemente una storia di solitudine, degrado e disagio sociale che avrebbe potuto avere altre e impensabili, forse drammatiche, conclusioni, come talora le cronache riportano circa casi di persone anziane sole, malate e dimenticate da tutti.

Al termine positivo di questa storia – ma chissà quanti di questi casi ci sono! -, si impongono alcuni interrogativi.

Perché, ad esempio, il cittadino si è rivolto ai Carabinieri e non al Comune per segnalare il caso? Forse che Comune e Servizi sociali non danno piena affidabilità e/o sono carenti?!?

Il Comune sarebbe intervenuto con rapidità ed efficacia se non fosse stato interessato dai Carabinieri, come altri casi farebbero pensare?!?

Perché, dato il diffuso stato di disagio sociale, presente soprattutto tra tanti anziani/e soli/e, l’Amministrazione non ha proceduto, pur avendo già deciso con una delibera rimasta poi inapplicata e come aveva chiesto un’assessora attualmente dimissionaria, e non procede all’assunzione di un’Assistente sociale a tempo pieno e persiste nell’utilizzo a tempo parziale di una unità già impegnata in altro Comune?!?

Infine, l’Amministrazione ha mai proceduto ad una doverosa “mappatura” delle persone anziane e sole (su circa 400 vedovi/e, l’80% sono donne), al fine di conoscerne la reale situazione sociale, prestare doverosa assistenza e prevenire casi estremi di emarginazione, disagio e abbandono?!?

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Doveroso, pertanto, il pubblico riconoscimento ai Carabinieri per il loro intervento e la loro encomiabile umanità, ma altrettanti doverosi alcuni interrogativi al Comune, cui per legge è delegato il compito, insieme all’Ambito sociale territoriale, di gestire con efficienza i Servizi sociali ed ogni relativa problematica sul territorio.

Pantaleo Gianfreda


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