Alessandro e Rosario, i “bravissimi ragazzi” del “Via Vai” diventati un “esempio nazionale” di bontà ed altruismo

Alessandro e Rosario, i “bravissimi ragazzi” del “Via Vai” diventati un “esempio nazionale” di bontà ed altruismo

21 Marzo 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Alessandro e Rosario Guido nel corso dell’intervista a TeleNorba del 19 marzo

Bravissimi ragazzi”, dice di loro Giovanni De Luca, 82 anni.

Conosco Giovanni da sempre e da alcuni anni lo chiamo scherzosamente “conte De Luca” per i modi gentili e un po’ paludati e l’incedere altero nell’antica e tozza stazza, oggi di molto ridimensionata per motivi di salute.

Giovanni è pensionato, dopo una vita lavorativa tra Italia e Svizzera, e vive da solo. È solo, ma non è un solitario. È persona socievole. Prima del “fatto”, era quasi ogni sera sulla villa con gli amici a scherzare e passare il tempo. Ha una sorella, ma abita in altro paese e deve provvedere da solo alla gestione della sua vita quotidiana.

Sopra e sotto: Giovanni con amici

Alla sua nobile “pancia”, un tempo “rinomata”, ci pensano, però, Alessandro e Rosario Guido, due fratelli titolari “allu Palazzu novu” (cioè, in piazzetta Colombo) del “Via Vai”, pizzeria a legna e “ristorante da asporto dall’antipasto al dessert”, come recita l’insegna del locale posto in un’ala esterna del vecchio complesso te lu Palazzu novu che dà su via V. Veneto, la strada che porta verso la piazza centrale del paese.

Giovanni nella sua cucina

Giovanni non è il solo “anziano single” di Collepasso che si serve per i pasti giornalieri dai due fratelli Guido, che con passione e sacrificio portano avanti il locale ormai da venti anni con grande soddisfazione “culinaria” dei loro clienti, fissi e non, per genuinità dei pasti e, soprattutto, per la loro gentilezza e il loro noto “buoncuore”. I due sono – come dire! – naturalmente “persone buone” e “l’amor del prossimo” non è solo una qualità professionale. È, soprattutto, una caratteristica umana. Sono persone buone e basta… e la bontà, come si sa, comprende in sé tutte le migliori virtù umane.

Per cui, prima di venire al noto fatto, premetto che i due non riescono ancora a capire tutta questa “grancassa mediatica” che si è creata attorno a loro… “… e cci imu fattu te speciale?!?”, sembrano dire (e lo dicono).

Alessandro e Rosario sull’uscio del loro esercizio commerciale “Via Vai”

Beh… sapete qual è la cosa speciale che contraddistingue Alessandro e Rosario?!? Loro non considerano solo “clienti” gli avventori fissi del loro locale… per loro sono, soprattutto, persone, esseri umani, la famiglia con la quale condividere gioie e dolori della vita quotidiana, soprattutto quando si tratta di anziani soli, tra i quali maggiori sono i problemi di salute e di sicurezza.

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L’età avanza e anche Giovanni, che vive da solo, comincia ad avere qualche problema di salute e gli può succedere di “passare” improvvisamente un “brutto quarto d’ora”.

Nel suo caso, per la verità, è più di un “quarto d’ora”.

I due su “la Repubblica” (giornale e, sotto, pagina facebook)

La sera del 4 marzo, verso mezzanotte, mentre guarda la televisione seduto su una sedia da cucina con la mano poggiata sul tavolo, avverte un forte dolore al petto. Si ritrova improvvisamente riverso all’indietro e steso per terra. È come un improvviso e travolgente giramento di testa. Non perde conoscenza. Cerca di muoversi, tenta di arrancare sul freddo pavimento, tende inutilmente le mani per raggiungere il cellulare in alto ad appena un metro, su un tavolo da cucina che sembra l’Everest, per chiedere soccorso. Inutilmente. Lotta coraggiosamente tutta la notte con se stesso per non farsi sopraffare dal panico e dai fantasmi. Lunga è la notte. Lunghissima. E le forze sembrano man mano affievolirsi.

Intravede finalmente le prime luci dell’alba. Si riaccende il lumino della speranza. La speranza di un miracolo atteso e forse meritato. Nel suo garage-galleria, accanto alle tante foto della sua vita, ci sono in bella mostra i numerosi attestati delle tante messe che fa celebrare in suffragio dei morti e per la salvezza dei vivi. Il miracolo improvvisamente si materializza… ha i volti di Alessandro e Rosario! I due erano passati da casa sua… avevano ripetutamente bussato e chiamato senza ricevere risposta… idem con il cellulare… nessuna risposta! “Dorme come un ghiro… è meglio lasciarlo stare!”, avrebbe detto chiunque. Non loro. Anche perché par loro di avvertire all’interno qualche flebile lamento. Sfondano la porta ed entrano. Trovano l’amico riverso per terra. In uno stato ormai confusionale, sebbene sia ancora lucido. Chiamano il 118. Allertano i vicini. L’ambulanza arriva di corsa a sirene spiegate. I sanitari prestano le prime cure. Poi di corsa. Di nuovo a sirene spiegate. Destinazione l’Ospedale di Tricase.

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Giovanni è salvo. Grazie ad Alessandro e a Rosario. Alla loro generosità e amicizia. Soprattutto, al loro intuito e alla loro intelligenza. Perché – diciamocelo con franchezza – non basta essere buoni. In certi casi bisogna essere anche intuitivi ed intelligenti. Capire subito “come stanno le cose”.

Giovanni sarà dimesso dopo qualche giorno, il 9 marzo, dopo gli interventi e le cure del caso e oggi “cunta” contento l’accaduto con tanta gratitudine verso Alessandro e Rosario, che giornalmente gli fanno visita e, alla bisogna, lo assistono. Perché, nei giorni successivi, ad accompagnare Giovanni a Tricase per le visite di controllo sono stati  sempre loro, che tutte le sere, chiuso il locale, passano a fargli compagnia.

Bravissimi ragazzi”, mi ripete Giovanni, che sono andato a trovare sabato scorso.

Domenica, invece, vado a trovare i due fratelli. Mi sento un po’ “ritardato” e un po’ in colpa perché proprio questo mio blog, che tratta cronaca e vicende collepassesi, non aveva parlato sinora della loro buona azione e del clamore nazionale suscitato attorno ad essa dopo che un post della sindaca (… finalmente un uso saggio e benigno di facebook da parte della Laura!) ne aveva dato risalto. E, come in una reazione a catena, tanti giornali, emittenti televisive, social, in particolare facebook, e commentatori, persino qualche politico nemico dei “terroni” (come Salvini), si erano “buttati” sulla “buona azione” dei due con tanti e positivi apprezzamenti, facendone un esempio di “bontà” a livello nazionale. Le immagini che riporto nell’articolo sono solo una minima parte dei media e social locali e nazionali che si sono interessati ed hanno parlato, tutti positivamente, della vicenda.

Naturalmente conosco Alessandro e Rosario da sempre. So che mi stimano e mi apprezzano, come io stimo e apprezzo loro. Sono stupiti, persino un po’ infastiditi, per questa imprevista e indesiderata notorietà. Ritengono normalissimo quello che hanno fatto… “… cci ‘nc’è te stranu?!?”, continuano a dire!

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Mentre conversiamo arrivano una giornalista e un operatore di TeleNorba. Riconosco la giornalista, Stefania Congedo. Ogni tanto mi chiama per qualche notizia. Questo sito è diventato un punto di riferimento per tanti giornali ed emittenti locali e nazionali per attingere notizie, soprattutto per alcuni eclatanti casi di cronaca locale. Questo mi ha permesso di intessere, almeno telefonicamente, una vasta, seppur carsica, rete di amicizie. In quel mondo tutti ormai conoscono la mia piena disponibilità a collaborare e lascio liberamente attingere notizie e immagini dal sito senza alcuna pretesa.

I due fratelli ricevono gli operatori di TeleNorba

Quando Stefania chiede ai due di essere intervistati, quasi si ritraggono. Si sentono a disagio, imbarazzati di fronte alle telecamere. Li incoraggio con una certa energia e con quel mio “fare” a volte forse eccessivamente vulcanico… ma si tratta di amici e di bravi ragazzi e mi sembra doveroso farlo. Al ciack dell’operatore e alle domande della giornalista i due rispondono con semplicità e naturalezza… “è un gesto normale, non c’è niente di eccezionale”, dicono… “chiunque avrebbe fatto quello che avete fatto voi?”… “pensiamo di sì!”, rispondono, ecc. ecc.

Per guardare video e intervista dei due su TeleNorba, cliccare su norbaonline.it

… la sconcertante e naturale “normalità” di questi due bravissimi ragazzi… non dovremmo essere tutti come loro?!?

Bravissimi, Alessandro e Rosario… onore e orgoglio di Collepasso!

Pantaleo Gianfreda

Post scriptum

Mi si permetta, senza alcuna punta polemica, una doverosa integrazione (e sollecitazione) all’articolo.

Non sarebbe il caso, sindaca Manta, dopo le belle parole che hai usato nei confronti di Alessandro e Rosario, due cittadini che hanno onorato ed esaltato Collepasso con la loro azione, di rispondere finalmente a certe loro annose richieste, regolarmente protocollate presso il Comune, e di trovare qualche positiva soluzione?!?

Questi ragazzi lo meritano certamente e dopo gli “onori” che sono venuti anche a te grazie a loro, hai degli “oneri” che come sindaca devi nei loro confronti.

Dai, Laura, fai la brava e accontenta finalmente (…è il minimo che puoi fare!) i protagonisti, come scrivi, di “queste storie di paese, di buon vicinato, di sensibilità e altruismo che ci devono rendere orgogliosi e farci sentire tutti parte di una bella comunità”.

Quotidiano, 19.3.2023


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Pantaleo Gianfreda