Dopo 40 anni di servizio, di cui 20 a Collepasso, il “Maresciallo buono” va in pensione

Dopo 40 anni di servizio, di cui 20 a Collepasso, il “Maresciallo buono” va in pensione

1 Maggio 2023 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Mar.llo C.C. Giuseppe Orlando

C’è chi il 1° maggio festeggia il lavoro “che c’è” o “che verrà” e augura lavoro per tutti… c’è, invece, chi il 1° maggio festeggia il “lavoro che fu” e se ne va in pensione.

Come, ad esempio, il Mar.llo Giuseppe Orlando, da venti anni esatti vicecomandante della nostra Stazione dei Carabinieri, che da oggi, 1° maggio, dopo quasi quaranta anni di “onorato servizio”, è felicemente in pensione. Continuerà a vivere nella vicina Neviano, dove abita da quasi trenta anni, da quando, prestando servizio in quel paese, conobbe Maria Grazia, divenuta poi sua moglie.

A sostituire il neopensionato, l’Arma dei Carabinieri ha destinato nella nostra Stazione il Mar.llo Antonio Marciante, attivo e valido quarantenne di Leverano sinora in servizio a Lampedusa, l’“isola dei profughi”.

Il Mar.llo Orlando è notoriamente uomo riservato, mite e taciturno. A me (e non solo) ha dato sempre l’impressione di essere un “uomo buono”, oltre che un buon Sottoufficiale, anche quando, in determinate circostanze, si sono verificati tra noi piccoli, rari e passeggeri screzi dovuti ad altrui responsabilità.

Nonostante lo conosca e abbia rapporti con lui da venti anni, solo ora, dopo essere andato a trovarlo per scrivere queste brevi note, sono venuto a conoscenza di alcuni dettagli della sua carriera che, tra l’altro, ha incrociato comuni e lontani amici e conoscenze.

Il Mar.llo Orlando all’ingresso della Stazione C.C. di Collepasso

Come me, probabilmente solo pochi conoscono veramente quest’uomo che ha “attraversato” per venti anni la vita della nostra comunità quasi “in punta di piedi”, com’è nel costume del personaggio, sebbene in modo attivo e presente. Sempre cortese, gentile, educato, anche quando era costretto a svolgere “attività di servizio” in frangenti poco piacevoli per i destinatari dei suoi doverosi interventi. Sempre “al suo posto” di fedele servitore dello Stato, lontano da intrighi e intrallazzi in cui talora rischiano di essere irretiti – e talora ci “cascano” – alcuni militi delle Stazioni locali, amico con tutti e distante da tutti. In questi venti anni non ho mai udito un pettegolezzo, un’insinuazione, una “chiacchiera” che abbia interessato il Vicecomandante della nostra Stazione. A dimostrazione che il Mar.llo Orlando ha connaturato in sé l’etica del fedele, ma anche distaccato, “servitore dello Stato” e delle Istituzioni, che per sua natura deve essere sempre “al di sopra delle parti” e solo al servizio della Legge.

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Giuseppe Orlando nasce il 12 febbraio 1967 a Buonabitacolo, piccolo e medievale Comune collinare del Salernitano di circa 2.400 abitanti, posto a 500 metri s.l.m. e “incastrato” tra Campania, Basilicata e Calabria, a 300 chilometri da Collepasso. Bisogna forse risalire a queste origini familiari, ai tradizionali valori insiti in una piccola comunità montanara e contadina per capire la natura “buona” e conciliante del soggetto.

Si arruola a 19 anni nell’Arma dei Carabinieri e, dopo i previsti corsi, viene mandato subito “al fronte”… a Palermo. Qui svolge servizio dal 1986 al 1992.

I primi anni ’90 del secolo scorso sono per l’Italia, in particolare per la Sicilia e Palermo, “anni caldi”.

Anni in cui tanti Magistrati coraggiosi, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e tanti uomini delle Forze dell’Ordine pagano con la vita – Falcone il 23 maggio 1992, Borsellino due mesi dopo, il 19 luglio – la loro ferma e coraggiosa battaglia contro il cancro della mafia. Il giovane carabiniere Orlando accorre con altri colleghi nell’ospedale vicino alla caserma in cui presta servizio, dove la giudice Francesca Morvillo, moglie di Falcone, viene portata ancora viva dopo la terribile strage di Capaci, nell’inutile speranza di salvarle la vita. Morirà poche ore dopo il marito.

Il Maresciallo Orlando ricorda con commozione quei giorni duri e tristi.

Lo stesso anno il giovane milite viene ammesso al corso per diventare sottoufficiale (all’epoca, mi dice, si chiamava “corso per vicebrigadiere”). Il primo anno frequenta il corso a Velletri, l’anno successivo a Vicenza. Tra l’uno e l’altro corso viene mandato a “fare il tirocinio” in Calabria, a Nicotera, nella neocostituita (1992) provincia di Vibo Valentia.

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Completato il corso, nel 1994 Giuseppe Orlando viene destinato in provincia di Lecce, a Neviano. Qui rimarrà poco più di un anno. Si innamora, infatti, di una ragazza del luogo, Maria Grazia, che sposa nel 1995, e si accasa definitivamente in quel Comune. Subito dopo il matrimonio, viene trasferito a Taviano, una “piazza” non facile e impegnativa, dove svolge servizio per circa otto anni.

Nel febbraio 2003 viene trasferito a Collepasso, dove da pochi anni è stata costituita una Caserma dei Carabinieri.

Il resto è noto. Pur con naturali e piccoli imprevisti del suo non facile mestiere e ruolo, il Maresciallo Orlando si è fatto voler bene e stimare da tutti in questi venti anni, svolgendo con “onore e dignità” il suo ruolo senza mai travalicare la sua funzione, senza mai inseguire fatui protagonismi, facendo sempre il suo dovere, servendo fedelmente lo Stato e l’Arma, obbedendo ai suoi superiori, nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali, della nostra comunità e di tutti i cittadini.

Mentre stiamo per congedarci, colgo in quest’uomo riservato, mite e apparentemente così distaccato un velo di emozione e commozione, un’improvvisa voglia di aprirsi e farsi conoscere meglio, insospettati sentimenti di affetto a lungo tenuti nascosti verso i suoi colleghi e verso una comunità che per venti anni ha servito in silenzio e professionalità, verso un paese, pur con i suoi naturali problemi, di cui si sente ormai parte e che rimarrà nel suo cuore.

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A Collepasso mi sono trovato bene – dice il neopensionato Sottoufficiale -. Mi sono trovato bene con i colleghi e mi sono trovato bene con tutte le persone, cercando sempre di venire incontro alle tante problematiche personali e collettive. Colgo, anzi, l’occasione per salutare e ringraziare tutti i cittadini di Collepasso anche per la collaborazione che molti hanno dato in questi anni all’Arma”.

Un uomo certamente buono il Maresciallo Orlando, che ha compiuto sino in fondo il suo dovere ed ha completato la sua “buona opera” di fedele servitore dell’Arma, al quale tutta la comunità di Collepasso augura, con affetto e riconoscenza, di “godersi” la meritata pensione.

Tanti auguri e buona vita, Maresciallo!

Pantaleo Gianfreda


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