La lezione di semplicità, modestia e umanità del Brig. Garzia, che ha salvato la vita di un neonato, nelle interviste Tv

La lezione di semplicità, modestia e umanità del Brig. Garzia, che ha salvato la vita di un neonato, nelle interviste Tv

5 Gennaio 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il Brig. Garzia intervistato dal TgR-Rai

È il personaggio del giorno. Di lui ne parlano tutti. Ne hanno parlato in questi giorni – e ne parleranno ancora – anche giornali e televisioni locali e nazionali.

Il salvataggio di un bambino di 13 mesi, che rischiava di morire per soffocamento e salvato dalla prontezza di riflessi e dalla perizia del Brig. Ivano Garzia, ha commosso e colpito tutta l’opinione pubblica. In particolare le due comunità di Collepasso, dove il militare presta servizio, e Parabita, dove risiede, “due paesi in festa“, come titola il “Nuovo Quotidiano di Puglia” nel pubblicare un’intervista-video (cliccare su Bimbo rischia di soffocare, salvato dai carabinieri: due paesi in festa).

Eppure la modestia e la semplicità di questo carabiniere sono disarmanti… come la sua umanità e la sua bontà, che gli hanno meritato l’appellativo di “Gigante buono”.

Quasi due metri di altezza, Garzia è stato già battezzato il “Gigante buono”, dice la giornalista Rai in un servizio televisivo. Appellativo, cui, schermendosi e sorridendo ironico, Garzia risponde: “Beh, ormai sono abituato a questo termine, data la mia stazza, la mia mole”.

Il Brig. Garzia con il Mar.llo Marciante, Comandante pro tempore della Stazione di Collepasso dopo il pensionamento del titolare

Intervistato da varie emittenti televisive, il Brig. Ivano Garzia, che al momento del salvataggio era in perlustrazione per le vie del paese con l’App. Luigi Urso, ha raccontato con disarmante semplicità l’episodio come fosse qualcosa di ordinario per un fedele servitore dello Stato e della comunità, indulgendo da enfatizzazioni od orpelli inutili e persino rifiutando la definizione di eroe.

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L’hanno definita un eroe. Come si sente?”, gli chiede una giornalista televisiva.

No, assolutamente, anzi – risponde con semplicità e modestia il Carabiniere -. Ritengo improprio l’utilizzo di questo termine perché l’eroe, a mio avviso, è colui che mette a repentaglio la propria vita per la comunità o per altri. Io non ho rischiato nulla e quindi non credo proprio che mi si addica questo termine”.

Ecco, questa risposta rende veramente la bontà, la grandezza d’animo e il senso del dovere di questo fedele servitore dello Stato al servizio del cittadino.

Vogliamo chiamarlo “eroe”? Sì, se essere eroi oggi, in una società che vive sempre più sui social e nella virtualità ed enfatizza in modo permanente ed esasperato il proprio Ego, significa fare sempre, in ogni momento ed in qualunque circostanza il proprio dovere nella vita reale di tutti i giorni.

Cliccare su intervista TgR

Cliccare su intervista Antenna Sud

Cliccare su intervista Quotidiano di Puglia

Dobbiamo ringraziare Ivano Garzia, l’Uomo e il Carabiniere, per questa grande lezione che con semplicità e modestia sta dando a tutti noi in questi giorni!

Grazie, Brig. Garzia!

Pantaleo Gianfreda

 

 


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