2 febbraio, giorno della Candelora: “Colazione a lume di CANDELorA”, alle ore 7.15, presso i locali della Chiesa Madre

2 febbraio, giorno della Candelora: “Colazione a lume di CANDELorA”, alle ore 7.15, presso i locali della Chiesa Madre

1 Febbraio 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Dopo la bella, coinvolgente e partecipata iniziativa della sera del 31 gennaio, “Un panino con Don Bosco”, nuova e simpatica iniziativa comunitaria della Parrocchia “Natività di Maria Vergine” (la Chiesa Madre) e del suo giovane ed attivo Amministratore Parrocchiale Don Francesco Vincenti.

Venerdì 2 febbraio, giorno della Candelora, alle ore 7.15, presso i locali parrocchiali, in occasione della ricorrenza liturgica della “Presentazione di Gesù Bambino al Tempio”, si terrà, come nella precedente “Colazione con Gesù Bambino” del periodo prenatalizio, la “Colazione a lume di CANDELorA” con i ragazzi, le ragazze e le loro famiglie.

La festa della Presentazione di Gesù al Tempio, nota anche come Purificazione di Maria, si celebra il 2 febbraio. Questa festa religiosa commemora la presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme e la purificazione di Maria.

Se c’è sole a Candelora dell’inverno sèmo fora, ma se piove o tira vento, nell’inverno sèmo dentro” recita un famoso proverbio legato alla festa della Candelora.

Si tratta di una festa che ha radici nella tradizione contadina e in quella religiosa.

Nella tradizione contadina è importante per i raccolti. Si crede infatti che le condizioni meteo del 2 febbraio indichino l’inizio imminente della primavera o il suo “ritardo”.

Nella tradizione cristiana, il giorno della Candelora cade 40 giorni dopo Natale e prevede la benedizione di ceri e candele nelle chiese. Nella liturgia è nota come “Presentazione di Gesù al Tempio” o “Purificazione della Beata Vergine Maria”. Il ricordo della presentazione al Tempio di Gesù è all’origine della tradizione cristiana di presentare i neonati al Signore, chiedendo che egli li benedica sin dalla più tenera età.

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La festa della Candelora, però, ha origini molto antiche legate alle religioni pagane precristiane. La si ritrova con nomi e tradizioni diverse in molte parti d’Europa, ma indica sempre la fine dell’inverno e il ritorno della luce. La festività è molto simile a quella propria della Roma pagana, che celebrava Giunone Februata. La ricorrenza prevedeva che le donne girassero per casa e per la città con fiaccole accese come forma di purificazione degli spazi privati e pubblici. Il giorno della Candelora è molto simile anche a quello dedicato a Fauno Luperco, divinità degli armenti e della natura.

I proverbi e le filastrocche legati al giorno della Candelora riguardano l’inizio della primavera.

Un detto salentino recita: “Te la Candelora la vernata è ssuta fora, ma ci la sai cuntare nc’e’ nu bbonu quarantale” (“Della Candelora l’inverno è già passato, ma se fai bene i calcoli, ci sono ancora ben altri 40 giorni”).

I triestini dicono: “Candelora piova e Bora, del’inverno semo fora, Candelora sol el vento del’inverno semo dentro”.

Un altro detto riguardante la festività dice: “A la Cannilora, ogni gaddina veni a ova” (Ogni gallina, anche quella più giovane, inizia a fare le uova in questo giorno), mentre in Sicilia viene riassunta nella massima: “Ppà Cannalora a mmirnata ie fora ma se fora un iè, n’atri quaranta jorna cci n’è” (Se il tempo nel giorno della Candelora è buono, allora l’inverno sta per finire. In caso di pioggia e vento, ci saranno altri 40 giorni di inverno con un marzo freddo e piovoso).

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In Lombardia si dice: “Alla Madonna della Candelora dall’inverno siamo fuori, ma se nevica o tira vento 40 giorni siamo ancora dentro”, mentre in Toscana si considera finito l’inverno in casa di brutto tempo: “Se piove o se gnagnola dell’inverno semo fora”.


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Pantaleo Gianfreda