L’Amministrazione non aderisce alla rottamazione quater e attiva procedure esecutive e pignoramenti su conto correnti per 150 famiglie collepassesi

L’Amministrazione non aderisce alla rottamazione quater e attiva procedure esecutive e pignoramenti su conto correnti per 150 famiglie collepassesi

5 Giugno 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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In questi giorni pervengono a molti collepassesi avvisi di procedura esecutiva e di pignoramenti su conti correnti bancari e postali da parte del Comune di Collepasso.

Gli avvisi interessano circa 150 famiglie e riguardano mancati pagamenti del tributo comunale della Tassa sui rifiuti per gli anni 2014 e seguenti.

Premesso che è legittimo e sacrosanto il dovere della Pubblica Amministrazione di combattere l’evasione fiscale, l’iniziativa del Comune di Collepasso sta suscitando un certo sconcerto, soprattutto tra le famiglie meno abbienti e più disagiate, perché l’Amministrazione comunale non ha voluto aderire, come era possibile, alle misure di “tregua fiscale” previste dalla Legge, che permettevano di definire in maniera agevolata i debiti dei cittadini dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022 anche nei confronti degli Enti locali.

Regioni e Comuni potevano fissare con una propria delibera le regole per cancellare in automatico le mini cartelle e consentire ai loro cittadini di poter aderire alla rottamazione.

L’articolo 17 bis del c.d. “Decreto Bollette”, approvato dalla Camera il 18 maggio 2023, prevedeva, infatti, la possibilità per gli enti locali di adottare atti e provvedimenti amministrativi di “tregua fiscale”, in particolare di applicare la rottamazione quater e lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro anche ai casi di riscossione diretta e di affidamento a soggetti privati iscritti all’albo per l’accertamento e riscossione delle entrate degli enti locali.

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A partire dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del “Decreto Bollette” (Decreto legge 30 marzo 2023, n. 34, convertito nella Legge 26 maggio 2023, n. 56, pubblicata sulla G.U. del 29.5.2023 ed entrata in vigore il giorno successivo), i Comuni avevano 60 giorni per adottare gli atti amministrativi finalizzati all’applicazione della rottamazione (e persino di stralciare le cartelle sino a 1.000 euro). Questo avrebbe permesso ai cittadini di chiedere la rateizzazione in 18 rate, estinguere i propri debiti versando soltanto le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le procedure esecutive e per i diritti di notifica (esclusi dal pagamento interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio).

Per una disamina più attenta e puntuale della misura, invito a leggere l’articolo riportato nel maggio 2023 sul sito informazionefiscale.it (cliccare su Rottamazione quater e stralcio delle cartelle: nuova chance per multe e tasse locali).

Ora, la domanda che giustamente i cittadini si pongono è: perché Manta (sindaco), Castellana (assessore al Bilancio), Giunta e maggioranza non hanno voluto, come la legge prevede e da possibilità, applicare la rottamazione anche a Collepasso per salvare “capre e cavoli”, permettendo così ai cittadini di pagare i loro debiti in 18 rate e al Comune di introitare i tributi dovuti senza alterare gli equilibri di bilancio?!?

Intanto, molte famiglie disagiate o in ristrettezze economiche piangono oggi “lacrime amare” e non sanno “a che santo votarsi”.

Pagare è doveroso per il cittadino, ma è anche (e soprattutto) doveroso da parte dell’Amministrazione venire incontro alle esigenze dei cittadini, in modo corretto e trasparente, soprattutto quando leggi approvate dal Parlamento prevedono tale possibilità.

Di fronte al “pasticcio” creato dall’Amministrazione comunale e alle sue dirette responsabilità nel non voler applicare la rottamazione, deve essere ora la stessa Amministrazione a trovare soluzioni adeguate che non mettano nei guai tanti cittadini.

Lo sollecitiamo pubblicamente e ce lo auguriamo, soprattutto per un problema di giustizia, rispetto delle leggi ed equità sociale… per inciso, perché un’Amministrazione che si definisce di sinistra non introduce il “baratto amministrativo” previsto dalla legge e non approva il relativo regolamento?!?

… non tutti “tenene la garze chine” (ci sono situazioni familiari difficili e insostenibili) né hanno la possibilità di svolgere lavori o attività ben retribuiti e, al contempo, godere di un’indennità di sindaco che costa al bilancio comunale ben 4mila e 2centesimi al mese!!!

Pantaleo Gianfreda


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Pantaleo Gianfreda