L’annosa, penosa e spinosa situazione di degrado della Cappella dell’Immacolata nel Cimitero comunale

L’annosa, penosa e spinosa situazione di degrado della Cappella dell’Immacolata nel Cimitero comunale

10 Luglio 2024 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Un giovane e sdegnato amico mi sollecita da tempo a scrivere e denunciare pubblicamente l’annosa e penosa condizione di degrado in cui versa la vecchia Cappella del Cimitero comunale, da sempre denominata “Cappella dell’Immacolata”.

Non solo mi sollecita, ma ha predisposto la robusta documentazione fotografica che correda il presente articolo dalla quale si rileva con chiarezza lo stato di degrado e abbandono della storica Cappella cimiteriale.

Interno e (sotto) esterno della Cappella

Non è necessario che riporti ulteriori particolari su situazioni anomale o imbarazzanti che tanti cittadini riferiscono e che credo siano di pubblico dominio. Le foto sono eloquenti né servono certo commenti, anche perché la situazione è nota, oltre ai tanti cittadini che nella Cappella hanno loro congiunti sepolti da decenni o di recente, anche all’Amministrazione comunale che da tempo pare sia stata investita della spinosa questione, sinora senza intraprendere alcuna iniziativa.

Volta della Cappella

Dal tetto fatiscente alle “vergogne” dello scantinato, dai fili elettrici “ballerini”, dal penoso abbandono di alcune tombe all’umidità che trasuda da ogni luogo sino al permanente stato di pericolo in cui versa la struttura, tanto che qualcuno ha persino paura ormai di entrare in quella che più che un luogo sacro appare una bolgia infernale, quello della Cappella dell’Immacolata è diventato un problema che necessita di seri e radicali interventi da parte dei competenti Organi comunali.

Sopra e sotto: lo stato dello scantinato

C’è anche una foto particolare, tra le tante inviate, che se da una parte incuriosisce, dall’altra preoccupa. Su un loculo murato e privo di lapide è riportata un’inquietante scritta, chiaramente impressa a suo tempo a mano su malta ancora viva: “Rifiuti speciali”.

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Sarà stato lo scherzo di qualche macabro buontempone o vi sono veramente all’interno del loculo rifiuti speciali?!?

C’è davvero una tomba così”, ci tiene a scrivermi il giovane amico, il quale pensa erroneamente che la cosa sia “comica”… a me pare, invece, molto seria sino a quando, almeno, non sarà verificata la fondatezza o meno di quella scritta!

La costruzione del cimitero comunale, iniziata nella metà degli anni ’30 del secolo scorso, fu “avviata contemporaneamente a quella del palazzo comunale e portata a compimento dopo il 1944” (così scrivono Salvatore Marra e Orazio Antonaci in “Storia di Collepasso dalle origini all’autonomia”) e anche la costruzione della Cappella data quel periodo.

All’epoca il Comune mise a disposizione di un’Associazione o Confraternita denominata “dell’Immacolata” il terreno per costruire la Cappella per la sepoltura di associati e parenti, che hanno versato per decenni la loro quota da metà degli anni ’40 sino, probabilmente, a metà/fine anni ’70. Almeno così risulta da alcuni vecchi quaderni casualmente visionati un paio di anni fa presso una famiglia collepassese, in cui una “zelatrice” dell’Associazione/Confraternita della Cappella dell’Immacolata riportava i nominativi degli associati e le quote annualmente versate.

Un quaderno del 1946 e (sotto) del 1974

Sono, però, anni che di questa Associazione o Confraternita non si hanno più notizie. Di fatto non esiste più e la povera Cappella sembra abbandonata a se stessa senza che nessuno si sia assunto o si assuma da decenni l’onere della sua manutenzione. L’unica cosa certa è che il Comune riscuote annualmente gli oneri relativi al consumo di energia elettrica da parte degli eredi dei defunti ivi sepolti.

Sopra e sotto: altri particolari dello stato della Cappella

Lo scorso anno il problema è stato sollevato pubblicamente, nel corso di un’omelia, dal parroco della Chiesa Madre, che era stato diffidato con raccomandata da qualcuno ad intervenire nella manutenzione del luogo sacro, dato lo stato penoso in cui versa. Sembra, però, acclarato che la parrocchia non abbia alcun titolo per intervenire e il parroco ha posto giustamente il problema al Comune, che probabilmente non sa che “pesci pigliare” né si decide ad intervenire per incamerare la struttura al patrimonio comunale ed avviare una doverosa e radicale manutenzione e ristrutturazione.

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Pantaleo Gianfreda


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