Da Collepasso a Roma: Suor Elena Romano eletta Superiora Generale delle Suore di Ivrea. Ai giovani: “Apritevi al Bello con la B maiuscola”

Da Collepasso a Roma: Suor Elena Romano eletta Superiora Generale delle Suore di Ivrea. Ai giovani: “Apritevi al Bello con la B maiuscola”

12 Agosto 2024 1 Di Pantaleo Gianfreda
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La sua esperienza di religiosa saggia, prudente ed equilibrata manifestata negli anni in cui è stata presente nelle varie comunità assicura a tutta la consorelle sparse nel mondo una guida sicura, materna e saggia”, ha detto l’arcivescovo di Lecce Mons. Michele Seccia nell’esprimere “vive congratulazioni e auguri” a Madre Anna Elena Romano, eletta Superiora Generale delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea dal 37° Capitolo generale dell’Ordine, riunitosi a Roma il 27 luglio u.s. (cliccare su scicivrea.it).

Un “ufficio gravoso e, allo stesso tempo, entusiasmante”, aggiunge mons. Seccia (cliccare su articolo).

Suor Elena accetta la carica e (sotto) le congratulazioni delle consorelle del Capitolo

Tanti gli attestati di stima, congratulazioni e auguri pervenuti alla neo Madre Generale da ogni parte.

Come quello della Diocesi di Nardò-Gallipoli, di cui fa parte la comunità di Matino in cui è nata (cliccare su articolo), e dell’Arcidiocesi di Otranto, il cui vescovo Padre Francesco Neri ha voluto esprimerle personalmente con un’amichevole telefonata stima e auguri suoi e dell’intera comunità diocesana.

Don Antonio Tondi, parroco della Chiesa “Cristo Re”, e Don Donato Palma, cappellano delle Suore dell’Oasi, hanno “ringraziato il Signore per l’elezione della nuova Madre Generale delle Suore di Ivrea, la nostra cara collepassese Suor Elena Romano” con una S. Messa celebrata nella Cappella dell’Oasi.

Don Donato Palma, Suor Elena Romano e Don Antonio Tondi. Sotto: con le suore dell’Oasi dopo la S. Messa di ringraziamento

Il Comune di Matino ha condiviso “con grande gioia” la notizia della sua elezione tramite un pubblico manifesto. Madre Elena, molto conosciuta e amata nel suo paese di origine, prima di diventare suora è stata da giovane, per alcuni mesi, “ausiliaria del traffico” in quel Comune, come mi ha detto l’amico Johnny Toma, sindaco di Matino, felicissimo ed orgoglioso di così illustre concittadina.

Il manifesto del Comune di Matino, dove è nata Suor Elena

Suor Elena ringrazia tutti con semplicità: “Ringrazio Dio per il dono della fede e per la mia famiglia che me l’ha trasmessa. Prego per le famiglie e soprattutto per i giovani, perché possano scoprire l’Amore vero”.

Saggia, prudente, equilibrata… guida sicura, materna e saggia” … ho ritrovato le parole di Mons. Seccia quando, in un canicolare pomeriggio di una settimana fa, mi sono recato a trovare Suor Elena per un’intervista, divenuta un’interessante e stimolante conversazione, presso la Scuola materna “Cristo Re”, da lei diretta dal marzo 2023 dopo il ritiro dell’indimenticabile Suor Consilia, alla quale auguriamo di cuore di trascorrere una vita serena presso l’Oasi, dove ora soggiorna.

L’ingresso della Scuola Materna e Asilo nido “Cristo Re” di Collepasso

Era la prima volta che incontravo Suor Elena. Subito, però, mi è sembrato di conoscerla/conoscerci da sempre.

Il suo conversare semplice e profondo, equilibrato e saggio, supportato da un’intensa interiorità spirituale e umana che traspare dai suoi occhi limpidi e vivi e dal viso sempre sereno e talora apparentemente severo, la naturale empatia, la sua profondità culturale mi hanno subito ammaliato e “sedotto”. E poi quei “segni e coincidenze” o, per dirla con Carl Gustav Jung, certe “sincronicità”! È nata a Matino il 28 marzo (1963), lo stesso giorno della mia ultima nipotina e, come lei, si chiama anche Anna. È stata eletta Superiora Generale il 27 luglio, giorno del mio compleanno-onomastico. Quand’era a Soleto, ha conosciuto mio zio, Don Grazio Gianfreda, confessore delle suore e loro grande benefattore (ha donato il terreno dove oggi ci sono Scuola Materna e Oasi), di cui conserva un grato ricordo e una grande stima. Quando dirigeva le Case di San Pietro in Lama e Lecce, ha conosciuto e frequentato il compianto Padre Gianni Capaccione… “…ho visto che sei comboniano”, mi dice, osservando il mio portaocchiali da collo… “certamente dono di P. Gianni”, aggiunge, prima di scoprire la comune amicizia con questo grande missionario e quest’uomo di immensa umanità, che ha fatto dell’accoglienza la ragione della sua intensa vita.

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Quanti “segni” a noi ignoti solcano l’universo, ci sfiorano, ci attraversano e talora si incontrano!

Laurea magistrale in Scienze religiose con profilo didattico-religioso, Suor Anna Elena Romano è entrata nelle Suore d’Ivrea nel 1986, a 23 anni, attratta dalla figura di Gesù e dall’“attenzione verso i più piccoli, i poveri, il donarsi, il rendersi disponibili, generosi agli altri”.

Suor Elena con i bambini della Scuola “Cristo Re” di Collepasso

Le chiedo prima di tutto di “raccontarsi” e lei risponde chiara e serena con un emblematico “quadro” narrativo che mi sembra doveroso riportare integralmente.

Ho vissuto – racconta – in una famiglia molto cristiana con valori forti, come era comune per le nostre famiglie tanti anni fa. Una famiglia abbastanza numerosa dove questi valori ci cibavano insieme al pane. Sono cresciuta anche nell’ambiente della parrocchia, dove ho scoperto la bellezza di una fede pulita, semplice, forte, senza strutture che potessero farla sembrare qualcosa di pesante. Ho respirato sempre quest’aria in famiglia e in parrocchia e in questo mio crescere così, anche nella vivacità e in tutto quello che una giovane può avere nella sua vita, ho scoperto questa particolare attenzione alla preghiera, al raccoglimento, al silenzio. Da sola mi chiedevo… cosa significa questo mio interesse, il percepire una certa emozione e, allo stesso tempo, attenzione verso i più piccoli, i poveri, il donarsi, il rendersi disponibili e generosi verso gli altri. Da queste domande ha preso volto piano piano la figura di Gesù. Tutte quelle domande trovavano una risposta nel momento in cui mi trovavo in preghiera e in contatto con le suore. Piano piano c’è stato questo interrogare me stessa e poi l’aiuto di qualche suora, della direzione spirituale di un sacerdote, don Giorgio Crusafio, che ho tanto piacere di ricordare perché è stato sempre molto vicino a me con riservatezza, con delicatezza, con la preghiera. Aiutata da questo sacerdote e dalle suore, ho cominciato a vedere questa prospettiva nella mia vita, scontrandomi poi con la volontà dei miei genitori, che, pur essendo bravi e santi, vedevano una vita sprecata, secondo loro, in questo modo. Avevano altre attese su di me, altri progetti, però piano piano, con un po’ di costanza e di tempo ho preso le mie decisioni e loro si sono convinti. Anche dopo aver fatto i voti hanno faticato un po’, però piano piano sono state le persone più contente del mondo”.

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Nel 1986 lascia Matino e va a Roma nella Casa delle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea. Il primo anno come postulante. Poi come novizia per due anni. Per volontà della Congregazione, fa la sua professione religiosa nella parrocchia di origine, a Matino, “con un’affluenza grandissima di gente, di suore. Ricordo che fu un avvenimento, con tanta partecipazione”, dice un po’ commossa.

Torna a Roma per completare i suoi studi. Poi comincia la sua vera missione di “Suora di Carità”.

La Madre Generale, Suor Elena Romano, a Roma con tre delle sue quattro consigliere

Da allora viene mandata “in diversi paesi, secondo le esigenze che i Superiori ritenevano dovermi affidare”, dice. Prima Bari, presso l’Istituto Carmine con i bambini un po’ in difficoltà, poi Soleto e San Pietro in Lama, poi di nuovo Roma per corsi di formazione. Quando la Congregazione decide di aprire a Brindisi una comunità per le donne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale, Suor Elena se ne occupa per 12 anni. Dopo va a Napoli nella segreteria provinciale, poi a Lecce, prima come aiuto nella segreteria e poi come Superiora della Casa di via Martiri d’Otranto, vicino la stazione ferroviaria. Nel marzo 2023 viene destinata a Collepasso. Ora torna a Roma come Madre Generale dell’Ordine, un incarico che dura sei anni.

Le chiedo come è arrivata questa elezione per lei imprevista.

Mi spiega: “Noi già da un anno abbiamo lavorato per il Capitolo, che ha diverse fasi. Quella locale, dove tutte le comunità fanno le loro proposte, discutono sui vari temi e poi esprimono delle preferenze per le persone che si reputano adatte per essere delegate al Capitolo provinciale. In sede di Capitolo provinciale sono stata poi eletta delegata per il Capitolo Generale. Lì ho avuto questa sorpresa… una carica così… tutta una volta…”, dice sorridendo, ancora sorpresa ed emozionata.

È la prima salentina e la seconda pugliese a ricoprire la carica di Madre Generale nei duecento anni di vita della Congregazione fondata dalla Beata Antonia Maria Verna.

Ora è già a Roma dopo un breve soggiorno a Collepasso “per prendere le mie cose”, dice, “e dare qualche battuta per l’avvio della scuola per l’anno prossimo”.

Dalle sue parole capisco che a Roma imposterà il suo lavoro con il metodo della collegialità e dell’ascolto.

Non è che la Madre Generale decide tutto – dice -. Ho quattro sorelle che mi aiutano e dobbiamo cercare insieme di tradurre in operatività e concretezza i discorsi fatti in sede di Capitolo. Certo, il programma è una cosa, la realtà umana, il contesto sociale è tutto da vedere, da costruire ed è qui la difficoltà… nel saper calare idee e programmi nel posto giusto, nel modo giusto, vedendo anche le difficoltà di ogni posto”.

Conversiamo su tante altre problematiche, come la crisi delle vocazioni nel mondo occidentale che colpisce anche la sua Congregazione e, di converso, la “fioritura di vocazioni” in Paesi come l’Africa, il Medio Oriente, il Sud America; la presenza delle Suore d’Ivrea in Italia e nel mondo; il ruolo delle donne nella Chiesa, ecc., ma sarebbe troppo lungo riportare conversazioni gelosamente custodite nel mio registratore.

Suor Elena con Suor Grazia, l’amata “decana” e “tuttofare” della Scuola Materna

Naturalmente d’obbligo la domanda su Collepasso, la sua esperienza nel nostro paese e i programmi futuri per la struttura didattica locale.

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È una realtà bella, piccolina, serena – risponde -, però ha giocato a favore per me il fatto di essere del luogo, non ci sono stati quei problemi di inserimento. Innanzitutto, c’è un’intesa come cultura. Se mi scappa una parola in dialetto o faccio una battuta so di essere capita, non bisogna farsi tanti problemi. Poi c’è un ambiente scolastico molto bello, gente con la quale sono entrata subito in relazione, non ho avuto difficoltà. Programmi a lungo termine non ce ne sono. Già l’anno scorso abbiamo avuto tanta richiesta per i bambini piccoli e questo ci ha portato ad adibire un’altra aula per il nido con nuovi lavori di ristrutturazione e adeguamento. Attualmente i bambini del nido sono una trentina e c’è una lunga coda di persone che vogliono iscrivere i bambini o stanno aspettando che si faccia posto. C’è tanta richiesta, ma non possiamo prenderli tutti. Ci sono limiti previsti dalla normativa e bisogna rispettare questi limiti. Per la Scuola dell’Infanzia quest’anno c’è stato  un incremento nelle iscrizioni tant’è che abbiamo dovuto aprire la seconda sezione. Stiamo sistemando fuori per costruire qualcosa di più adatto ai bambini, rimodernando, dando più spazio alle attività dei bambini con il coinvolgimento dei genitori. Forse questa è stata la carta vincente perché i genitori partecipano, c’è più affluenza, li vedo contenti e mi sembra che ci sia partecipazione”.

Altra foto della neo Madre Generale con i bambini di Collepasso

Mi auguro di ritornare a Collepasso, in quale forma non importa”, risponde dopo che scherzosamente le chiedo… “Tornerai a Collepasso in pompa magna come Generale?”.

La Madre Generale Elena Romano con le consorelle del Capitolo Generale

Prima di chiudere la nostra conversazione, le chiedo un suo pensiero finale.

Anzitutto – dice -, un pensiero accorato per i giovani, che sono presi da tanti desideri ed è un desiderio di bello di solito, che, però, va a pescare spesso in tutte quelle cose che non danno il bello, ma solo una soddisfazione temporanea e non saziano il cuore. Se potessi raggiungere tutti i giovani, direi loro di non aver paura ad aprirsi al Bello con la B maiuscola, che è solo il Signore, che è Dio, che è Gesù che dà la pace, che dà l’amore, che ti fa sentire sazio, pieno, piena, soddisfatta. Certo, l’amore di Dio è esigente, però tante volte i giovani perdono la loro gioventù dietro soddisfazioni futili, effimere, fugaci, che non lasciano niente se non il desiderio di cercare cose nuove perché quelle non mi hanno dato niente e non riescono a capire che quella è una spirale che non ha mai fine. Invece Gesù è un centro, non è una spirale. Quindi, di non avere paura di donarsi al Signore, di aprirsi, di incontrare faccia a faccia l’amore, che è solo quello che soddisfa. E per Collepasso, nello specifico, siccome so che ci sono tanti bravi giovani nelle parrocchie, di andare avanti con coraggio, perché se stanno nelle parrocchie vuol dire che qualcosa l’hanno già trovata, qualcosa di bello è già presente nella loro vita, di essere genitori amabili, affabili, padri veramente premurosi, madri attente, generose e perché no, anche sacerdoti e suore, perché l’amore è grande, c’è posto per tutti e ci sono tante sfaccettature… bisogna poterle seguire”.

Grazie, Suor Elena, per l’intervista e le tante belle testimonianze e riflessioni che ci offri…

… e auguri per la tua nuova missione, cara Madre Generale!

Pantaleo Gianfreda


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