Vantaggiato (M5S): “La mozione sul salario minimo non approda in Consiglio”
30 Novembre 2024“A causa di un cavillo puramente formale, nella seduta assembleare del 27 novembre u.s. non è stato possibile discutere in seno al Consiglio comunale di Collepasso la mozione sul salario minimo presentata dal MoVimento 5 Stelle”.
Lo dichiara in una nota la consigliera M5S Eliana Vantaggiato. “La mozione non è stata messa all’o.d.g. – incalza la Vantaggiato – perché protocollata qualche minuto dopo la notifica dell’avviso di convocazione del Consiglio comunale. Una mera formalità che non avrebbe impedito, se ci fosse stata una concreta e determinata volontà politica, di integrare l’ordine del giorno, come già accaduto in passato.
Con la mozione sul salario minimo – continua la consigliera pentastellata – si intendeva impegnare, previo voto del Consiglio, Sindaco e Giunta a dare indirizzo perché nella fissazione dei criteri di attribuzione dei punteggi in tutte le gare indette dal Comune per offerte economicamente più vantaggiose sia previsto il criterio premiale del trattamento economico minimo orario non inferiore a nove euro lordi, come previsto dalla L.R. 30 maggio 2024, n. 19, recante disposizioni per la qualità e la sicurezza del lavoro, per il contrasto al dumping contrattuale, nonché per la stabilità occupazionale nei contratti pubblici d’appalto o di concessione eseguiti sul territorio regionale.
Da un’Amministrazione a guida PD, – ha concluso la Vantaggiato – che, insieme al MoVimento 5 Stelle e ad altre forze politiche progressiste, ha mobilitato nei mesi scorsi i cittadini e raccolto le firme per il salario minimo, mi sarei aspettata ‘ponti d’oro’ e non certamente un atto di pedanteria burocratica rispetto alla concreta possibilità di approvare una mozione a tutela del lavoro e della dignità dei lavoratori”.
“È quanto mai necessario e urgente che, stante l’atteggiamento sordo e afono del governo centrale rispetto alla salvaguardia dei diritti e degli interessi dei più deboli e dei più fragili, le amministrazioni periferiche, in primis quelle guidate da forze politiche progressiste, e, in particolar modo, i Comuni, quali enti maggiormente capaci, anche per una questione di prossimità territoriale, di intercettare e soddisfare i bisogni dei cittadini, si facciano carico di rendere operativi strumenti e istituti di civiltà, come certamente è il salario minimo legalmente garantito, anche attraverso un’applicazione costituzionalmente orientata quale il ricorso ad una specifica premialità nell’assegnazione degli appalti pubblici”: così il Coordinatore per la Provincia di Lecce e già senatore Iunio Valerio Romano.