Poesia, narrazioni, percorsi, sensibilità e generazioni a confronto in una intensa e fascinosa serata culturale
19 Dicembre 2024Sebbene siano trascorsi già un po’ di giorni, non può passare inosservata alle cronache di questo blog l’intensa, profonda e piacevole serata culturale di lunedì 9 dicembre presso l’auditorium della Parrocchia Cristo Re per la presentazione di “Spes messis. Storia in versi di una vocazione religiosa”, ultima opera del caro amico e compagno di seminario e di scuola Salvatore Tommasi, già docente di Filosofia, scrittore, autorevole studioso del griko salentino e poeta “che scava nei più intimi anfratti dell’animo umano”.
Un libro, che, come ha detto Umberta Colella Tommasi, autrice della “Nota introduttiva” al libro, è un “prezioso scrigno di poesia, una poesia potente e di grande attualità… di vita vissuta con sofferenza ma anche con grande capacità di riflessione e rielaborazione culturale con parole potenti e suggestive… Spes Messis ci richiama al mistero del sacro, ce lo rappresenta … il senso della sacralità attraversa questo prezioso libretto”.
Una serata speciale, “volata piacevolmente e una narrazione intensa”, come mi ha scritto una cara amica docente, nel corso di quasi due ore di interventi belli e profondi, video suggestivi e letture ammalianti.
Un mix di fascinazione culturale e “senso della sacralità”, presente con varie intensità e tonalità in ogni persona, che hanno coinvolto i presenti portandoli nel magico mondo di una poesia “da violino”, capace, cioè, di sedurre e toccare le corde più profonde della vita e dell’animo umano.
Una serata suggestiva e contagiosa se anche la diretta streaming su facebook ha avuto sinora oltre 1.700 visualizzazioni… tantissime per un evento culturale… a dimostrazione che, nonostante i magri tempi che attraversiamo, è forte la “domanda” di buona cultura e conoscenza, di buoni autori e letterati.
Un’occasione anche per mettere attorno allo stesso tavolo generazioni e sensibilità diverse che hanno espresso con semplicità e profondità considerazioni, esperienze, percorsi, emozioni.
Dall’autore, Salvatore Tommasi, 74 anni, riservato, riflessivo, “filosofo della vita” e sempre più “maestro di vita” per le giovani generazioni, al giovane e talentuoso Cristiano Manta, 17 anni, che ha avvinto e ammaliato con la sua chiarezza, semplicità, profondità. Da Antonio Corina, 71 anni, ma all’apparenza giovane 50enne, già medico a Vernole e da poco in pensione, lontano da Collepasso ma sempre presente e legato al suo “borgo natìo”, che ha fatto rivivere anni, figure e “bozzetti di vita” palpitanti degli anni ’50 e ’60 nel nostro paese, al nostro Don Antonio Tondi, 35 anni, sempre attento e sensibile alla cultura, che si è rivisto, giovane seminarista ad Otranto, in tante delle apprezzate poesie di Salvatore Tommasi, di cui ha voluto leggere anche una.
… e poi la “giovane” 80enne Umberta Colella Tommasi, che ha voluto raccontare un significativo episodio.
“Faccio volontariato nel carcere di San Vittore – ha detto – con un corso di scrittura creativa. Ho letto a dei detenuti alcune di queste poesie, tra cui appunto “Attendite et Videte”, “Giuditta” e “Maggio”. Hanno pianto. Nelle prime due credo abbiano rivissuto il dolore inflitto e quello che ora subiscono e in “Maggio” hanno percepito il desiderio di bellezza che solo la libertà agognata anche da loro potrebbe restituire. Più in generale, credo che abbiano riconosciuto proprio il senso della sacralità che attraversa questo prezioso libretto e che abbiano avvertito in quei versi il loro stesso, intenso e drammatico bisogno di perdono. Non da parte degli altri, ma da parte di sé stessi. Ho pianto anche io”.
Bravi poi i tre lettori nella lettura di cinque testi poetici. Antonio Negro, ex seminarista e docente in pensione, ha letto “La chiamata”, l’intensa Maria Antonaci “Eucarestia” e “Aut aut”, la sublime Debora De Prezzo “Resurrezione” e “Gerardo”… tutti e tre immedesimandosi in quei versi e trasmettendo ai presenti bellezza ed emozioni.
Come bellezza, emozioni e riflessioni hanno trasmesso i quattro brevi e significativi video: “Prologo”, “Attendite et videte”, “Trafficanti di cieli”, “Padre nostro”.
“Padre nostro… dicci la meta!”, concludeva quest’ultimo bellissimo video.
Parole emblematiche, che, come ha concluso Salvatore, racchiude il suo percorso e, al contempo, nella ricerca di una meta, “costituisce il nostro essere uomini… cercare una meta… cioè, darci il senso, il significato… scoprirlo, cercarlo e non imporlo credo sia la cosa migliore che noi possiamo fare”.
Una bellissima e intensa serata di cui pubblico diverse foto, delle quali ringrazio l’ottimo Luigi Fersini, e che può essere ancora rivista e “vissuta” cliccando su video.
Pantaleo Gianfreda
Post scriptum
… una “chicca”… indovina indovinello… chi è il “pretino” nella foto in basso, primo da sinistra?!?