Il Cinema Ariston, un pezzo di storia di Collepasso, un tempio di cultura e socialità che rischia di scomparire

Il Cinema Ariston, un pezzo di storia di Collepasso, un tempio di cultura e socialità che rischia di scomparire

9 Marzo 2025 1 Di Pantaleo Gianfreda

La sala del cinema Ariston la sera del 6 marzo

La foto in copertina del cinema Ariston gremito di spettatori è emblematica ed eloquente.

È una foto di poche sere fa, il 6 marzo, in occasione della proiezione di “Diamanti”, il bellissimo film di Ferzan Ozpetek, settimo della programmazione di “Progetto Cinema 2025”. Una rassegna, diventata ormai un vero e proprio cult, che si svolge da oltre 20 anni nel cinema Ariston con una partecipazione straordinaria di spettatori amanti del buon cinema. I 400 posti disponibili in platea e loggione erano, come lo sono quasi sempre, tutti occupati.

Chissà se avremo in futuro la fortuna e il piacere di vedere simili immagini!

Emblematico ed eloquente è, nella foto, anche il titolo di un bel film in programmazione in questi giorni che appare sullo schermo, “FolleMente”, diretto da Paolo Genovese e uscito il 20 febbraio 2025.

Folle”, infatti, sarebbe la “mente” che desiderasse o contribuisse con la sua ignavia a non far vedere più immagini del cinema Ariston colmo di spettatori!

Come preannunciato in un precedente articolo, il cinema Ariston è stato da tempo messo in vendita e rischia di diventare sede di supermercato o di altra attività commerciale. Quella foto potrebbe rappresentare tra non molto solo un nostalgico ricordo, testimone dei tanti “c’era una volta” da raccontare ai posteri.

Un’eventualità da scongiurare!

Certo, oggi nessuna vendita sarebbe stata immaginabile senza quel maledetto 14 giugno 2015, una data infausta per il proprietario del cinema Pasquale Marra e la sua famiglia.

Dieci anni fa il destino “cinico e baro” colpì duramente Pasquale, costringendolo all’immobilità.

Per alcuni anni, la moglie Daniela, insegnante, e i figli Mario e Marcella si sono accollati l’onere della difficile gestione del cinema. Poi i “ragazzi”, dopo l’Università, hanno preso altre strade e il cinema è stato dato tre anni fa in affitto ad un operatore del settore, Alessandro Rizzo di Tricase, che tuttora lo gestisce con impegno e dedizione, pur tra obiettive difficoltà.

Pasquale era vissuto sin da ragazzo in quel cinema, aiutando e poi affiancando nella gestione il padre Mario che aveva rilevato la sala nei primi anni ‘70 dal suocero Carmelo Colazzo.

Foto del 1960-61, anni della costruzione del nuovo cinema Ariston

Quando nel 2004 il padre gli cedette gestione e proprietà, Pasquale dedicò a quel cinema tutto il suo impegno e la sua professionalità. Si era già in una fase di crisi delle sale cinematografiche in Italia. Eppure egli seppe evitare i gorghi della crisi che stavano già inghiottendo dappertutto tante sale, districarsi nei meandri di nuove normative, ammodernare ed adeguare il locale, grazie anche ad investimenti pubblici e privati.

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Certo è che se Pasquale godesse ancora di buona salute oggi staremmo parlando d’altro, non certo della possibile vendita del cinema. Costretto da dieci anni all’immobilità e a non curare più la sua “creatura”, è comprensibile il suo stato d’animo.

Pasquale Marra, dieci anni fa, in una delle ultime foto all’ingresso del suo cinema

Quando, alcune sere fa, vado a trovarlo nella sua abitazione per farmi raccontare la storia del cinema, lo trovo sofferente, disteso sulla poltrona reclinabile dove da anni trascorre le sue giornate. Poco dopo ci raggiunge anche il padre Mario, un arzillo “giovanotto” di 90 anni. Pasquale soffre per una situazione che mai avrebbe potuto immaginare. I ricordi sono ancora nitidi, seppur espressi con difficoltà di parola. Lo aiutano la premurosa moglie Daniela e il padre Mario.

Mario è stato il costruttore del nuovo cinema Ariston, sulla cui area sorgeva sin dagli anni ’50-‘60 un “cinema arena”. “Quanta fatica aggiu fattu”, dice. Era fine anni’50-inizio anni ’60, quando il suocero Carmelo Colazzo decise di costruire il nuovo cinema.

Mario Marra (sopra e sotto) nel periodo di costruzione del cinema Ariston (sopra con Rocco De Prezzo)

Il giovane mesciu Mariu, titolare di un’impresa edile artigianale, si mise di buona lena con l’ausilio di alcuni operai (per tutti Rocco De Prezzo). Ci volle più di un anno. Il cinema venne inaugurato nel 1962, anno del matrimonio di Mario con Agata Colazzo, figlia del proprietario… “galeotto fu” il cinema!

Il giovane Mario Marra con la moglie Agata Colazzo e amici nel periodo della costruzione del cinema

Per alcuni anni il cinema venne dato in affitto a tal Carlo Marra di Alezio, che lo gestì per 6-7 anni. Fu proprio in questo periodo, verso il 1970, che Mario decise di acquistare il cinema. Allora i cinema erano ancora molto frequentati, la gente ci passava il tempo e non si badava certo alla qualità dei film. Verso gli anni ’80, anzi, i cinema di paese, compreso l’Ariston, lucravano soprattutto sui film porno.

Don Celestinu me pijava a male parole e mi diceva di non proiettare quei film”, dice oggi Mario, che replicava al sacerdote: “Io li faccio perché vengono a vederli”, disarmando la sua “ira funesta”.

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Quello fu, ricorda Mario, il periodo più brutto del cinema, ma furono proprio quel tipo di film a permettere di tenere aperta la sala cinematografica.

La svolta si ebbe quando il giovane Pasquale, dopo la gavetta accanto al padre, decise di prendere in mano la gestione del cinema e poi anche la proprietà.

Nel 1988 venne dato incarico all’arch. Fernando Montagna per la ristrutturazione, l’ammodernamento e l’adeguamento del cinema alle nuove normative. Vennero realizzati il cielo appeso, il rivestimento dei muri, le nuove poltrone ignifughe imbottite  che sostituirono le precedenti in legno ed altro. Da allora è rimasto sostanzialmente inalterato, pur con i successivi e necessari adeguamenti sempre incombenti da nuove norme. Nel 2000 vennero eseguiti, diretti dall’ing. Pietro Traldi, ulteriori lavori di messa in sicurezza con la realizzazione dell’impianto antincendio (serbatoi, idranti, sistema di sicurezza).

Nel 2013 venne sostituita la macchina a pellicola con Digitale 4 k e sistema Dolby.

La sala con le vecchie sedie in legno (sopra) e (sotto) con le attuali poltroncine

Mario e Pasquale ricordano che ci fu un momento, verso la metà degli anni ’90, in cui, a causa di alcune difficoltà economiche e della necessità di provvedere a nuove opere, avevano deciso di chiudere. Il caso volle che una vicina di casa, che aveva appena ricevuto un’eredità, lo venne a sapere e si offrì di prestare le somme necessarie per realizzare le opere. Quel prestito fu provvidenziale per il prosieguo dell’attività e venne poi puntualmente restituito.

Nel frattempo, a cavallo tra i due millenni, aveva chiuso il “Vittoria”, il vecchio cinema “te la chiazziceddha”, dove da oltre due decenni si teneva il cineforum ideato a cavallo degli anni ’60 e ’70 dall’indimenticabile don Celestino Tedesco, recentemente scomparso, e da alcuni giovani intellettuali collepassesi. Fu lo stesso don Celestino a recarsi da Pasquale con Paolo Menozzi, allora assessore comunale alla Cultura, per chiedergli la disponibilità del cinema Ariston e proseguire la storica rassegna. Il lungimirante gestore acconsentì di buon grado. Fu allora che nacque l’attuale “Progetto Cinema”, che sostituì la formula del vecchio cineforum.

Il programma di “Progetto Cinema 2025”

La qualificata rassegna cinematografica, una delle poche nell’intera provincia, si è svolta e si svolge con successo grazie alla costante collaborazione tra il gestore del cinema e tutte le diverse amministrazioni comunali succedutesi negli anni. In un paese notoriamente diviso e litigioso, “Progetto Cinema” è stata ed è una delle poche manifestazioni che ha sempre avuto il consenso unanime di tutte le forze politiche e sociali né mai è stata scalfita da dubbi o critiche. Pasquale ne va fiero perché il “Progetto Cinema” ha permesso all’Ariston di assumere la prestigiosa connotazione di cinema d’essai, data l’alta qualità dei film presentati in questi anni (grazie anche al contributo determinante di Giovanni Rollo) con una sempre maggiore adesione di amanti del buon cinema che, secondo l’originale accezione del termine greco, lo hanno fatto diventare veramente “Ariston” (da “Άριστον”, “migliore, eccellente“).

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Quando, la sera del 6 marzo, conversavo del possibile destino del cinema con Franca Capoti, mia vicina di poltrona, docente in pensione e donna di appassionato impegno culturale con il marito Aldo D’Antico, fine intellettuale di Parabita scomparso da un anno, la reazione è stata di incredulità e sdegno: “Non dovete permetterlo!”, ha quasi gridato.

Ritorniamo alla foto emblematica ed eloquente della copertina e alle considerazioni iniziali.

Il cinema Ariston e la prestigiosa rassegna “Progetto Cinema” rischiano oggi di scomparire dal panorama sociale e culturale della nostra comunità. Sarebbe un vuoto incolmabile. Ne sono coscienti gli stessi proprietari, che, prima di decidere di vendere, già due-tre anni fa avevano chiesto all’Amministrazione se fosse interessata all’acquisto, facendo valutare da un perito il valore della struttura.

Non sappiamo quale sia la volontà dell’Amministrazione, che sicuramente e coscienziosamente (ci auguriamo) starà valutando la necessità di non creare un “buco nero” nella vita sociale, culturale e scolastica della nostra comunità e di quelle vicine. Sono tante, infatti, anche le scolaresche di Collepasso e dei Comuni limitrofi che utilizzano il cinema Ariston per le loro iniziative cinematografiche o altre.

Iniziative scolastiche nel cinema (foto degli anni ’80-90)

Certo, sarebbe auspicabile che alcuni imprenditori di Collepasso valutassero la possibilità, di concerto con il Comune, dell’acquisto del cinema o che lo stesso Comune ne valutasse l’acquisto in proprio o si facesse promotore di una qualche iniziativa che coinvolgesse diversi soggetti economici e sociali per salvare e rilanciare un “pezzo di storia” e di cultura della nostra comunità che non può andare disperso.

I cinema chiusi segnano la crisi della socialità”, titolava il 1° marzo un articolo di Massimo Fini su “Il Fatto Quotidiano”. Da tempo, a livello nazionale, ci sono appelli e iniziative di prestigiosi uomini e donne di cultura perché i cinema non vengano chiusi. Tra i tanti l’archistar Renzo Piano, che ha sostenuto: “Dobbiamo salvare le sale: il cinema crea comunità”.

Con l’impegno, la volontà e la collaborazione di tutti sarà possibile anche negli anni futuri salvaguardare e avere a Collepasso il cinema Ariston, un “gioiellino” che in tanti ci invidiano.

Ci speriamo e ce lo auguriamo!

Pantaleo Gianfreda

 

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