Dal 15 giugno al 5 luglio l’annuale Grest organizzato dall’Oratorio “Don Bosco” sul tema “Piano Terra”

13 Giugno 2014 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Grest 2014 - CopiaInizia domenica 15 giugno e termina sabato 5 luglio l’annuale Grest organizzato dall’Oratorio Don Bosco della Parrocchia Natività Maria Vergine, con la collaborazione del C.S.I.-Centro Sportivo Italiano “G. De Simone” e il patrocinio del Comune.
Il Grest è diventato anche a Collepasso, da qualche anno, un importante e fondamentale appuntamento estivo di aggregazione sociale per centinaia di ragazzi, per le famiglie e tutta la cittadinanza, grazie all’impegno volontario di decine e decine di giovani (e meno giovani) animatori.
Il Grest 2014 parte ufficialmente domenica 15 giugno, alle ore 19.30, con la celebrazione della S. Messa, e si conclude con la Festa finale di sabato 5 luglio, che inizia alle ore 20.30, nell’area del Castello baronale.
Nel corso delle tre settimane i ragazzi verranno coinvolti dai loro animatori in diverse e varie attività, come si può leggere nel manifesto-programma visibile in fondo all’articolo.
Il Gr.est. (acronimo di “Gruppo Estivo”) è un’esperienza organizzata dagli Oratori e si svolge in molte parrocchie italiane nel primo periodo dell’estate. E’ un momento di crescita rivolto ai ragazzi e ai bambini delle scuole elementari e medie, che promuove un’esperienza significativa di vita e di amicizia insieme alle famiglie e a un gruppo di animatori.
La “parola d’ordine” e il “tema” del Grest di quest’anno è “Piano Terra”. Perché?
Provo a spiegarlo riportando quanto scritto sul sito internet cregrest.it.
Con una storia che nasce cinquant’anni fa, caratterizzando da diverse generazioni l’estate dei più piccoli, il Cregrest racconta la profonda volontà che le comunità cristiane rivolgono nell’attenzione e nella cura verso i bambini ed i ragazzi, facendo nascere la possibilità di educare i più piccoli a creare relazioni vere d’amicizia e di fiducia. Sperimentando i valori della gratuità, del servizio, della testimonianza, le comunità, quella piccola del Cregrest insieme a quella più grande della Parrocchia, vivono con forza la grande dimensione della Fede e della preghiera.
Dopo la Parola nel 2012 e il corpo nel 2013, “l’Abitare” è il tema scelto per l’estate 2014. Perché ogni parola, così come ogni corpo, se vuole essere veramente segno indelebile nel tempo, ha bisogno di prendere dimora nell’esistenza degli uomini. Il tema dell’abitare, come ci suggerisce il bisogno irrinunciabile di stare con i ragazzi, così ci invita ad aprire la porta per andare incontro all’altro: nessuno su questa terra deve sentirsi straniero ma destinatario di una cura attenta e amorevole.
Il tema dell’abitare si pone in continuità con quanto proposto gli anni scorsi: la parola e il corpo, per raggiungere il loro compimento (e parafrasare fino in fondo quanto l’evangelista Giovanni ha magistralmente sintetizzato nei primi versetti del suo prologo) hanno bisogno di “prendere dimora” nella vita degli uomini, di “venire ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). È un tema che si pone in continuità anche perché, come sempre, ha la pretesa di incrociare un’altra dimensione fondamentale dell’esistenza – e quindi della Fede – quale è quella dell’abitare.
Come la vita degli uomini non può prescindere dal parlare e dal porre gesti, così non può fare a meno di ‘trovare casa’, di ‘fare casa’ su questa terra in cui Dio ci ha collocato; e fin dall’inizio, a prescindere dal risultato, pare sia stato proprio così: “venite, costruiamoci una città…” (Gen 11,4). In altre parole, per entrare in relazione con sé, con gli altri e con Dio occorrono certamente parole e gesti efficaci, ma se questi non prendono dimora, non si radicano nelle pieghe dell’esistenza umana, rischiano di essere lasciati alla mercé del tempo che passa e scivolano via come l’acqua sulla roccia. Se si vuole continuità, occorre prendere dimora, occorre abitare e far abitare.
E già qui si può cogliere una prima sostanziale questione intorno all’“abitare”: nasciamo senza aver avuto la possibilità di scegliere dove abitare e moriamo venendo ‘giudicati’ per dove e come abbiamo abitato ovvero per quello che abbiamo costruito. C’è una passività dell’abitare che non può che essere accolta e c’è un’attività dell’abitare che non può che essere agita in ogni esistenza se si vuole dire degna di essere vissuta.
Buon Grest ai ragazzi, agli animatori, alle famiglie e a tutti i cittadini!

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Grest 2014


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