L’ultima pietra miliare di Collepasso
19 Agosto 2014Quasi con una punta di orgoglio, il mio alunno di quarta elementare così scriveva del suo paese, nella relazione che veniva dopo l’escursione effettuata appena fuori porta: “Collepasso è attraversata dall’importante strada statale n. 459 di Parabita, che collega Otranto a Gallipoli”.
Immediatamente lo correggevo: “No, Mario; il tratto Maglie-Otranto fa parte della
statale 16 “Adriatica”, che va da Otranto fino a Padova”. Il perché non fino a Trieste diveniva un po’ complicato spiegarlo, poiché le strade non seguono tanto la geografia fisica, quanto, invece, la Storia degli uomini.
L’aggancio alle antiche strade romane giungeva spontaneo, parlando delle pietre miliari (dal latino “miliarius”, a sua volta da “milia”, mille), che i ragazzi potevano osservare lungo il tragitto, svolto in rigorosa fila indiana.
Ce n’erano ancora diverse nel tratto della statale in territorio di Collepasso. Oggi non più.
Sopravvivono fortunatamente sul lato destro in direzione Parabita alcuni piccoli cippi ettometrici, che segnano i cento metri, salvati probabilmente da un minimo senso della Storia (o della Legge) da parte del costruttore delle abitazioni.
Nell’ambito dello scriteriato intervento nei pressi della Masseria Grande, infine, è stata estirpata persino l’ultima pietra miliare ancora restante, ritta e ben conficcata nella banchina, pur con le indicazioni ormai quasi illeggibili.
E allora l’ho fotografata, distesa presso la sua profonda buca, prima che sparisca definitivamente in discarica o, peggio, in qualche giardino privato.
Più “modernamente”, le vecchie pietre miliari sono state sostituite da padelloni di latta, con la scritta “SP 361”, poiché la nostra strada statale, nel frattempo, è stata declassata a strada provinciale; e così è accaduto anche per i cippi ettometrici, sostituiti da tavolette sempre di latta, per terra, a confondersi nell’incuria con erbacce secche, bottiglie e lattine.
Ma state a sentire: anche se poco fuori dal confine comunale, completamente celato alla vista del viandante ad opera del guard-rail, delle canne e di colonie di chioccioline, troneggia, ancora sicuro di sé, il cippo “commemorativo” della SS 459 di Parabita.
Ragazzi, sembra un vero e proprio monumento, ancora bianchissimo dopo oltre sessant’anni e con in alto il simbolo, in bassorilievo, dell’ A.N.A.S. (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade)!
Emozionante, certo, perché il pensiero non può non riandare al tempo in cui il senso dello Stato passava anche attraverso un manufatto simile, uguale in ogni contrada del nostro lunghissimo Stivale.
O, forse, avete ragione, può trattarsi solo di semplice nostalgia, del tipo “Sono seduto in cima a un paracarro… e son qui che aspetto Bartali”; spariti anche quelli, erano bianchi e fasciati di nero.
Del resto, il ragazzino di quarta elementare con uno smartphone, neppure di quelli tanto costosi, grazie alla rete satellitare e simili diavolerie, o seduto nell’auto di papà col tom-tom parlante, oggi che se ne fa di paline o cippi infissi a bordo strada (e dell’Autoatlante d’Italia)?
E’ la dematerializzazione anche dei segni del viaggio!
Giuseppe Lagna
Maestro, allora è confermato, andiamo il 27 c.m a Ostuni al concerto dei Nomadi. Però andiamo con la macchina tua, perchè si sono scassate quasi contemporaneamente tutte e due le Alfa…infatti, stasera mi mi sta accompagnando con lo scooter alla Notte della Taranta di Melpignano l’ing. Roccuccio…